I progetti di design di Achille Castiglioni che hanno vinto il Compasso d'Oro

2022-08-20 03:13:28 By : Mr. Jackie Zhang

Compassi d'oro e menzioni d'onore sfilano all'ultimo piano del grattacielo Pirelli, raccontando sé stessi e la storia del design

8 Compassi d’Oro, un Compasso d’Oro alla carriera e 16 menzioni. Sono i numeri di Achille Castiglioni, maestro del design italiano che nel 2018 avrebbe festeggiato 100 anni.

La Fondazione Castiglioni, l’Adi e la Regione Lombardia hanno pensato di festeggiare questo suo compleanno al Pirellone, il grattacielo milanese progettato da Gio Ponti, a cui si deve proprio l’istituzione del Compasso d’Oro.

A meno di una settimana dalla fine della Milano Fashion Week, il Belvedere Jannacci del grattacielo Pirelli ospita un’ultima sfilata, quella di tutti i progetti di Achille Castiglioni, molti dei quali creati insieme al fratello Pier Giacomo, che si sono meritati il prestigioso premio.

Oggetti che in occasione di 8+1+16, questo il nome scelto per l'evento dedicato al design di Achille Castiglioni, si raccontano in prima persona, nei testi scritti e recitati da Livia Castiglioni, dando tanigbilità al loro modo di essere, allo spirito con cui sono stati progettati, e sopratutto a quell’incoerenza creativa che distingue un designer da un maestro.

Eccoli, allora, i 15 capolavori progettati da Castiglioni, raccontati dalle loro stesse parole.

"Tu! Sì tu! Il tubo. No! Io! Ma io…io sono il tubo…nel tubo…No, vabbè ma non capisci un tubo allora… Sono io ad essere il tubo e nel tubo. Gli stecchi…prendi gli stecchi…sì bene ecco la base…ed ecco la lampada. Un tubo. Tre stecchi. Una lampada. Ti sembro poco? Avvitami, avvitami per bene.... Sono Luminator. La prima volta che sono stato montato stavo dentro una finta stanza dentro una vera stanza in una splendida villa sul Lago di Como. La Villa era Villa Olmo. L'esposizione Colori e Forme nella casa d'oggi. Te capi'? Smontami, smontami dai...svitami veloce..."

"Dove andiamo? Eh dove andiamo? Mi piace andare in giro!! Scorro, lo sai che scorro? Vuoi vedere? No no se non vuoi fa niente!! Ma se vuoi mi puoi appendere come una borsina…sono elegante, eh? lo vedi? Ti piace? Non ti piace? Non ti senti più elegante quando pulisci se ci sono io? Non pensi che sono proprio supersupercomodissimisiima? E leggera? E portatile? Te l’ho detto che scorro? No ma dai…non mi far scorrere via…."

"Non sono pronta….no…no…ti prego….non ho studiato niente. Non la voglio fare la sfilata! Lasciami qui! No! Il cane mi ha mangiato il compito di matematica. E quello di scienze. E quello di geografia. E di storia…Ah Storia è orale? Ma… ve l’avevo detto che il libro ha preso fuoco? Capita! Succede! Autocombustione spontanea!! Oh! Guarda che sei un po' cresciuta per sederti su una sediolina scolastica! Alle elementari avevo un sacco di amiche, tutte uguali a me! tante sedie T12! A volte ci impilavano una sull'altra per fare ordine e noi ci incastravamo perfettamente come un tetris. Sei dritta? stai comoda? Eh i bambini con sto schienale dovevi vedere come stavano dritti!! Mica come oggi, già a sei anni sembrano il gobbo di Notre Dame....ma dove mi porti??"

"Allora via, lo vuoi un caffettino? Americano? macchiato? Cappuccino? Cosa prende la signora? Ristretto? Ma che ristretto, dai che schifo…ma fa schifo ristretto…oddio con me pure il ristretto è buono, eh…comunque per dirla tutta, ristretto o no…Ma via, io sono ristretta! Ma lo vedi come sono tutta bella snella? Snella sì, ma leggera no, per cui mi trovate dentro, che qui…sono tutti gracilini!"

"Mein froilain, gutentag! Splugen Broi beer spinmatic. Ja. Beer? Beer?Beer? Volet beer? Volet..? Eh sì volet…. No vabbè scusate, no dico…fermiamo sta scenetta, fermiamo la sfilata, tutto…. Eh sì scusa…non è giusto…ma cosa pretendete? Cioè io il tedesco non lo so…ok c’ho scritto Splugen Broi, ma manco bene il finto accento tedesco so fare!! Sono milanese di nascita, quanto mai!! No scusate davvero c’ho provato a fare la parte dell’oggetto ‘mitteleuropeo’ ma non sono capace…se volete una birra ok… mi trovate dentro, perché ero troppo pesante da portare fuori….se non vi vado bene ci sono altri pezzi in altre misure…Oh, no se non ti vado bene, bella, non c’è problema, mi riapri la birreria Splugen Broi, sì proprio quella che c’era in Corso Europa qui a Milano che non esiste più…. Mi riporti lì e mi lasci lì e io son felice…altro che Germania. Altro che crauti e salsiccia. Birra cotoletta e ossobuco! Viva!"

"La signorina che vedete, che mi indossa, ecco…questa…sì proprio questa…allora io sono le cuffie sulla sua testa! Mi vedete? Eccola lì lei, povera…non io, la ragazza… vedete? Vedete quanto è affranta? Sta ascoltando una noiosissima traduzione simultanea…in realtà le sto per fare uno scherzo…ssst! Non ditele niente eh? Non è proprio uno scherzo, è per ravvivarla un po’ lo faccio per lei…E’ che mi annoio, mi annoio da morire con ste traduzioni… e lei pure… osservatela: sguardo spento; palpebra mezzasta; salivazione compulsiva; prossimità allo sbadiglio massimi livelli; sbadiglio, come volevasi di mostrare; confusione da abbiocco imminente; riflessi rallentati….che amarezza…eh sì, la noia della traduzione atonale dal convegno sulle nuove tecnologie per le lavanderie a gettoni non lascia scampo. Ma ora….Via! Ecco: sorpresa! Smarrimento! Realizzazione! Accettazione!! E…One way or another delle Blondie!"

"No vabbè, ecco, se posso dire anche io due parole, ecco, partirei dal nome ‘parentesi’. Cioè apriamo una parentesi, nel senso. Diciamolo, ho pure vinto sto premio, mi potevano chiamare, che ne so, accento, punto esclamativo, pure virgola mi sarebbe andato bene…Ma parentesi? Cioè come dire, da parte. Perché se dico parentesi mi viene subito in mente qualcosa da omettere no? Scusi, lei, cioè proprio per associazione mentale se le dico parentesi non le viene in mente qualcosa di defilato?No? Ecco appunto… Ma io scusi ho vinto il compasso d’oro non mi defilo manco per niente! Ma guarda un po’, se mi fate sentire defilata durante sta sfilata vi tiro sto peso di 5 chili, così crolla tutta sta struttura… ma andiamo, andiamo via, che almeno negli anni 70 avevo un packaging esclusivo, oggi sto in una scatola come le altre, pure quelle che non han vinto…"

"Oh me chiamavano letto d’ospedale…ma te pare a te? Ma s’ero più comodo der letto dell’Hilton…ma che te credi aoh’? Nun me producono più perché ero troppo er mejo da’ retta me… Bello de mamma, potevo scorre come na portantita, te potevo sorregge se t’eri rotto ‘n braccio, ‘n piede, er capo, ‘a schiena….se dovevi magna’ m’aggiungevano er vassoio…ma che te devo dì de più, che te devo di? Artro che beato chi s’o fa er sofa’…beato chi c’ha er letto d’ospedale multitasking come se dice oggi…oh so multitasking!! Oh, me voi riprodurre?? O e dai rimetteteme in produzione!!! N’artra volta sul mercato, daje! Ahò che fai? Nd’ annamo? Ndo me porti? Eh no ar cimitero no! Eddai!"

"Ciao a tutti! Sono Linda, in miniatura! Qui come rappresentante degli apparecchi sanitari Linda! E il nostro nome la dice tutta sulla nostra perfezione! Senza imbarazzi e senza pudori! Linda sono e siamo e lindi vorremmo rimanere. Beh, solo perché sono un sanitario mica devo essere un cesso, scusate!"

"Prendimi a calci. Davvero. Coraggio. Prendimi a calci. So che vuoi farlo. Nessuno se ne accorgerà se lo fai in fretta. Io non ho paura di niente. Prendimi a calci. La mia luce non sarà oscurata da un debole calcetto delle tue gracili gambine, vedrai. Ho la scorza dura. Sono un duro. Non temo nulla. Sono come l’alba, parto da terra e illumino tutto. Chi l’ha detto che la luce deve stare solo in alto? Io sto in basso e non temo tacchi a spillo, calci urti e cani!! Dov’è quel bassotto che ha tentato di mordermi?"

"Caldo? Freddo? Accendiamo un pochino? No scherzo! Scherzo!! Eh lo so.. sono fuori stagione per sta sfilata…no, dai non guardatemi con terrore, sono spento!!! Davvero!! Sono gelido….vabbè portatemi via, che qua le signore tirano fuori i ventagli solo a vedermi…mica posso far alzare la temperatura con la forza del pensiero, dai!!! Vabbè vabbè andiamo…autosuggestione comunque!!!! Autosuggestione!! Esagerateeeeeee…."

"Ecco sì, grazie, piano così…ecco grazie grazie, che sennò mi stanco…ecco sì…no perchè tutta sta introduzione…ecco, forse un po’ troppo…no ma si sieda, si sieda pure…eh fa caldo si…ma io faccio poca ombra, sì…così non le rovino il prato…vabbè qui siamo a chiuso…vabbè non rovino il red carpet…ecco sa io sono uno semplice, io sto a mio agio nel verde, guardi, magari andiamo ecco sì….lasciamo spazio…lo spazio…che poi io sono ispirato sa a quelle navicelle ha presente, quelle che vanno nello spazio, ecco sì… Come quella di quel signore che tanto tempo fa saltellava sulla luna…andiamo che glielo racconto…ecco sì piano…"

"Ah! Paris….la France! La tour Eiffel! L’amour! Le baguette! Le foi gras!… o ouì ouì oui… sono romantico, leggero come un croissant… se vuoi mi appendi al muro e sono pure decorativo, sto bene ovunque, alla boulangerie, alla brasserie, al Moulin Rouge…su di me puoi scrivere un romanzo, come Honore de Balzac, oppure una poesia come Charlse Boudleare o sceneggiare un film, come Francois Trauffaut…puoi comporre strazianti canzoni d’amore come Edith Piaf….oh, mon cour, che passione…oddio…svengo…troppe..troppe mozioni…champagne! Un po’ di champagne silvuplè!"

"Ok. Ok, d’accordo. Non c’è problema. Di una persona si dice che è una buona forchetta quando ha un buon appetito. Ora, per quanto riguarda me, io penso di esserlo, una buona forchetta, in senso progettuale, concettuale ed intellettuale se vogliamo, sì perché no? Ho degli ottimi rebbi, affilati il giusto, quanto la mia lingua, direi, se solo ce l’avessi, fisicamente intendo, oltre alla capacità vocale intrinseca. Ed è per questo che mi faccio umilmente portavoce del servizio posate Dry, con beneplacito dei miei colleghi, compagni, amici, uniti a me per l’esistenza e al mio fianco in numerose avventure, in quella giungla di sapori, bocche, aliti, pastosità, colori e calori che compongono la cucina di qualsivoglia Paese. Ora il punto è che essendo noi servizio tanto conclamato, di contro rivendichiamo le nostre umili origini, che vedono l’idea embrionale della nostra impugnatura identificarsi in quel popolare oggetto di uso comune di tanti progettisti e non: la matita da carpentiere. Ho detto."

"Alura, ma ti, giuinott…Eh, ma ti te’l se cusa l’è la gibigiana? A te l’se minga? Alura, l’è inscì. Te prendet uno spegett…eh va be, anca quel de l’orolog, l’è istes…e te l’met lo spegh al sul…ecco..bravo.. propri insci..tel lì! Te vedet? Va là la gibigiana! La lus che la bala sul mur! E secunda ti perché mi l’me chiami gibigiana? Eh, l’savemi mi che ti tel savevet minga….Ven chi. Ven chi….vesin…varda qui…Ecco! Te vedet? Uno spegh! E la lus, varda l’è chi, denter el tub…. E mi sun propri na gibigiana! Ndem va, che l’è tard…che gliatler vuren sfilà pure lur…"

"In memoria del letto ITITITI, sfortunatamente non più in produzione, presenzia qui uno dei suoi migliori ritratti, che lo mostra in un momento felice della sua carriera. Si può notare come la sua struttura nuda portante si erga vigorosa e possente, pronta a sostenere materassi di ogni tipo, nonché corporature esili e meno esili del popolo italiano e d’oltralpe. Con cordoglio ci stringiamo in un sentito ricordo."

"Eh, no. No non sono un microfono. No scusa, ma che pensi che c’avevo un progettista scemo? Ok, bella, posso ricordare un microfono, ma anche ammesso ciò, non lo vedi che allora, se fossi davvero un microfono, sarei al contrario? Al contrario! Cioè come potresti parlare? Giusto uno gnomo…Oh ma sei scema? Cosa fai? No vabbè…in ginocchio? Ma sono una lampada!…gira lì…sì lì…si gira…gira ‘il microfono’ cioè il giroscopio.…ecco…sì così mi accendo. Tu accendi il cervello però tesorino!!"

"Buonasera signore. Il suo cappotto, prego. (reazione) Buonasera signore. Il suo cappotto, prego. Ah, constato solo ora con un certo non celato riserbo nei confronti del suo abbigliamento che non possiede un cappotto…ammetto che la stagione non sia permissiva nei confronti dei soprabiti, dei manti, delle pellicce. Le vorrei però far presente che in quanto oggetto da sfilata quale sono, devo in un certo qual modo mostrarmi, io pure, per ciò che è concesso e possibile, nelle mie funzioni. A tal proposito la prego quanto prima di levarsi la camicia e di porla ad uno dei miei ganci, senza preoccuparsi degli umori corporali dispersi nel suo sudore e sopportando virilmente la sua nudità di fronte all’uditorio. Ma cosa fa? Mi porta via? Ignobile borghesuccio!!!"

"Sete? Eh lo so…io pure…dai!! Resistete!! Manca poco!!! Io sicuro tengo tutto in fresco. Che qui tra servi e servi…non ho capito poi com’è che parliamo,tu lo sai? No? Manco io! credevo che di base fossimo tutti servimuti…vabbè la magia del design!! Per le bollicine tra poco…tranquilli…ma cosa fai? Bevi? No vabbe, ma scusa questo è proprio essere…eh! Dai! Stanno qui tutti a guardarci, Milano, 2016, 40 gradi all’ombra disidratazione totale… e tu gli bevi così in faccia impunemente…"

"Buonasera, buonasera a tutti, ecco io lo so che vi aspettavate quello grande, ma non è potuto venire quindi in rappresentanza ci sono io, Basello, quello piccolo. Va be son la versione mini, comunque il principio è lo stesso di quello grande che gentilmente ci ha mandato la foto…puoi…? Per favore? Scusa, no va bene siediti pure, però la foto…no vabbe, questo legge il giornale…Oh, la foto! no non fare la foto a me, la foto che ti ho dato di joy…eh…finalmente…ecco vi dicevo, vi porta i suoi saluti…Ma no cosa fai? Non piangere, mica è morto…ora scusa andiamo, che mi hai già fatto vergognare abbastanza…"

"Scusa sai l’ora? No vabbe non guardarmi così…ho capito che sono un’orologio io, ma mica mi vedo…Ho capito che ho questa grafica eccezionale di Max Huber, ma non mi vedo! No, non mi vedo! Eh scusa è logico no? Io segno le ore ma filosoficamente parlando sono costituito da un meccanismo che è in me immanente e intrinseco ed essendo la mia essenza mi limito ad esserne esperiente e dunque a non farne l’esperienza indiretta che invece pertiene a te che mi indossi…allora? Ecco sveglione così a intuito è bell’e che passato l’ora aperitivo, per cui sbrighiamoci a finire…per l’estate comunque ti consiglio il cinturino in versione gialla!! Solare, leggero e luminoso!"

"Sono il trono che tutti sognano… accostati fanciulla, accomodati tra i miei braccioli…riposa le tue stanche membra che questa sfilata è quasi finita…sei stanca lo vedo…sei stanca…molto stanca sempre più stanca ora…dormi! Ecco signori e signore, dimostrata la mia comodità, e ora lo schienale…giù..così…dormi…dormi…."

"Ho una forma perfetta. La perfezione di Piero della Francesca. L’arte sublime dei nostri avi… Scusi? No scusi lei in prima fila.! No non me lo sono sognato…no! E non dirmi come al solito che sono isterica! L’ho sentito!!! L’ho sentito!!! L’ha detto…no, non cercare di convincermi, non sono io che proietto le mie paranoie, no, io al massimo proietto la luce….ti dico che l’ha detto! NON NEGHI LEI! NON LO NEGHI! L’ho sentito! Ha detto…. uovo sodo!! Uovo sodo….No davvero, ha detto che sembro un uovo sodo! No ma io mi rifiuto! E’ sempre la stessa storia…Vado in sciopero! Maledetti tutti….finirò fulminata!! Ecco…fulminata!!"

"Facciamola breve, che siamo alla fine…allora diabolo, sono io buonasera, Diabolo…ci tengo a precisare che non ho a che fare con sette sataniche o riti pagani, non ho mai nemmeno visto l’esorcista, ma di fatto devo il mio nome al noto gioco da spiaggia dei ragazzi. Prego cara, mostra abilmente il funzionamento del gioco…vabbè per quello che riesci..ok lascia stare non è per tutti…comunque siamo alla fine, il buffet vi aspetta…quindi apriamo le danze e le papille gustative!"