In piazzale Segesta c'è un muro. Invisibile, corre lungo via Stratico e taglia in due quella rotonda che è poi il paradigma di due modi opposti di pensare il quartiere San Siro: la parte nord, ricca, riqualificata nel 2015 con l'arrivo della M5, coi giardinetti pettinati e la scuola francese Stendhal che occhieggia alle case delle archistar e alle villette videosorvegliate; e la parte sud, la faccia povera, lambita dalla disperazione dei caseggiati Aler di viale Mar Jonio, anfiteatro dalle pareti scrostate che affaccia su un baratro di miseria ed emarginazione.
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Tutti i contenuti del sito
Tutti i contenuti del sito, il quotidiano e gli allegati in digitale